'Podemos' e Pd tagliano il cordone con il vertice TeAm: "Non rispettano il mandato"

TERAMO – Si consuma nella riunione della Commissione di garanzia voluta dai consiglieri di opposizione di Futuro In, l’ennesima puntata della disfida tra governance della Teramo Ambiente e adesso non più soltanto il sindaco Gianguido D’Alberto, ma l’intera maggioranza comunale. Perchè se l’intento era quello di approfondire, o meglio, far spiegare ai diretti interessati della partecipata, "l’altro aspetto del contendere" come citato dal presidente Franco Fracassa, benchè a Pef 2019 già approvato dal consiglio comunale, la risultante di quasi tre ore di discussione, è stato quello di allontanare ancor più le parti. A conferma di questo, nel pomeriggio ‘Podemos’ e in serata il gruppo consiliare Pd, hanno fatto chiaramente intendere che vedrebbero di buon occhio un ‘cambio di passo’ al vertice della partecipata. Nessuno lo dice, lasciando alla sintesi dei giornalisti la traduzione, ma l’ultimatum che i capigruppo Andrea Core e Luca Pilotti scrivono è rivolto al presidente Pietro Bozzelli, che della partecipata è espressione di parte pubblica: "O si adegua alle direttive della maggioranza, o faccia una riflessione". A far rizzare i capelli ai componenti del centrosinistra civico di D’Alberto in seno alla commissione, è stata la chiara intenzione di ‘tirar dritto’ dell’amministratore delegato Pietro Pelagatti sulle esternalizzazioni in particolare. L’Ad nominato dalla curatela fallimentare, oltre a ribattere con decisione alla platea di consiglieri della Commissione garanzia e controllo (mai come ieri mattina la saletta giunta era così affollata di giornalisti, assessori e anche qualche osservatore esterno ‘interessato’), citando i numeri proporzionali dell’organico, tanto per chiarire il rapporto tra amministrativi e operativi nei vari servizi, ha anche spiegato assieme a Bozzelli i perché di alcune scelte, quelle ‘centrate’ dai tagli dell’ufficio ambiente di concerto con il sindaco. Al punto che il capogruppo di ‘Insieme Possiamo’, Core, ha parlato di "atteggiamento poliziesco, nel rapporti con chi sta provando a rendere conto ai cittadini delle decisioni prese sulla TeAm". E ha ribadito che le "transazioni rappresentano una sconfitta per questa governance", che i dati sulle esternalizzazioni "ci dicono che, con una pianta organica come quella della Teramo Ambiente, i servizi possono essere svolti all’interno come chiedono anche le parti sindacali", e comunque non "addebitabili ai cittadini". Secondo ‘Podemos’ le risposte degli amministratori non sono state esaustive e il sindaco trova il suo più convinto sostegno. Quello dell’organigramma è argomento che è tornato ancora al tavolo della Commissione e nel comunicato del Pd emesso in serata. Era stato Maurizio Verna, ancora, a lanciare verso gli amministratori TeAm la contestazione sulla confusione di cifre sul numero di amministrativi, riportando ancora una volta il paragone con i 12 in servizio ai tempi del sindaco Sperandio "quanto la TeAm aveva grossomodo gli stessi servizi, tranne forse quelli cimiteriali". Il gruppo consiliare del Partito democratico, proprio in riferimento al "netto sbilanciamento esistente, in termini proporzionali, tra personale amministrativo e forza lavoro addetta alla esecuzione dei servizi, venuto fuori dall’esposizione delle cifre degli organigrammi societari", ritiene ancor meno giustificabile il ricorso a forze esterne (per il contact center in particolare), cui Pelagatti ha confermato di voler insistere, anche perchè c’è una sentenza del Tar da applicare. I lavori della commissione hanno fatto emergere lo specchio della votazione consiliare su questo argomento, con la maggioranza di D’Alberto sostenuta anche dalle posizioni di Mauro Di Dalmazio, di Giovanni Cavallari e della rappresentante pentastellata Pina Ciammariconi. Forza Italia con Mario Cozzi ha chiesto un parere legale sull’azione censoria del Comune sui conti TeAm, lasciando ai ‘gattiani’ Maurizio Salvi e Franco Fracassa una posizione sostanzialmente a difesa della governance della partecipata. "Mi sembra di aver fatto chiaramente intendere che l’aria è cambiata", ha detto il sindaco D’Alberto proprio a Fracassa in apertura di Commissione, lasciando poi a Core il compito di insistere nell’attacco politico sul diniego ad affrontare la questione delle gestioni precedenti al 2018 dellaTeAm da parte della politica, "quando Futuro In costituiva l’azionista di maggioranza del governo Brucchi", ha stilettato Core. Scheletri dell’armadio di Pef mai approvati dal 2010 al 2014, e accuse di mala gestio della partecipata, affollano i discorsi e le parole dietro le quinte. Che l’aria non sia distesa, alla vigilia di passggi decisivi per la TeAm, lo testimonia anche l’ultimo e più fresco rumors: il socio Comune potrebbe non votare il bilancio della partecipata e aprire un’azione di responsabilità verso gli amministratori.